La città di Barletta è nota in tutto il mondo come la città della Disfida, dal nome dell’episodio della guerra tra francesi e spagnoli all’inizio del’500.
Fitta, brulicante, movimentata, vivace: dell’importante emporio commerciale che fu fin dall’antichità, Barletta ha conservato, visibili e vividi, i caratteri distintivi. Una città dove il mare sembra non vedersi mai, eppure all’improvviso appare, in un’apertura panoramica insolitamente libera e vasta. Una città borghese e mercantile dal volto antico e dalla struttura complessa, prima ancora che una città semplicemente «marittima». Sul mare, il Castello federiciano, simbolo del potere svevo e di tutti i poteri che si sono succeduti nei secoli, è anche oggi luogo cardine delle istituzioni e della cultura della città, e rammenta la storica posizione di privilegio e cruciale di Barletta: luogo di incoronazioni, di promulgamento di leggi, di adunate, punto di partenza delle Crociate e ponte ideale verso la Terra Santa, sede doganale, dapprima avamposto strategico per Federico II e poi regno incontrastato di Manfredi, suo figlio.
Partendo dal Castello, e percorrendo il tracciato dell’antica, estesa e potente murazione, più volte consolidata e ricostruita e infine progressivamente distrutta, si riconosce l’impianto fondativo normanno. Ma penetrando all’interno della città, si ha la sorpresa di una ricca e complessa stratificazione. Ben presto ci accorgiamo che il denso tessuto abitativo del centro antico sia organizzato secondo criteri diversi e altamente codificati (il quartiere delle «sette rue», per esempio, è organizzato secondo il modello delle bastides francesi) e che sia stata, in ogni epoca della sua storia, una città ricca, pensata, densamente progettata e dalle ambiziose prospettive. Le importanti chiese medievali testimoniano la consistenza del presidio religioso (all’epoca delle Crociate Barletta era sede di ordini monastici e cavallereschi), mentre gli edifici di epoca angioina e aragonese (ma anche la presenza di un misterioso e imponente monumento dell’antichità come il Colosso, detto Eraclio, collocato al centro della città vicino alla chiesa del S. Sepolcro) testimoniano a livello simbolico la potenza e la ricchezza della città. In tutto questo, il mito della famosa Disfida del 1503 fra francesi e italiani (italiani che per la verità difendevano il potere spagnolo) riassume in qualche modo l’importante ruolo che questa città ha sempre avuto nella storia: quello di un privilegiato teatro di eventi, campo di battaglia simbolico prima ancora che reale, dove si giocarono le principali partite del potere europeo nel mediterraneo.
Il grande sviluppo ottocentesco non fece che sottolineare e amplificare questi caratteri, che sono poi i fondamenti della moderna identità europea. Così, non è strano che questa città abbia dato i natali a uno dei pochi artisti italiani dell’ottocento che seppe cogliere l’intima essenza dell’evoluzione borghese del secolo: De Nittis, famoso pittore impressionista. Una visuale d’insieme, inedita e anche strana, che coglie il volto curioso e consapevole della Barletta di oggi, si può avere proprio dai giardini antistanti il castello, di recente ridisegnati: a colpo d’occhio si saldano le immagini del Castello, della Cattedrale e del grande ipermercato, seguito dalla profusione di insediamenti industriali e commerciali, in un nastro ideale di storia, cultura, identità e dinamicità.
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